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martedì 29 settembre 2015

Ngima Tamang e Nedo Cecconi, in "bicicletta" per sempre

Marco con Ngima Tamang e Nedo Cecconi
Straordinaria serata, sabato 26 settembre all'antico Spedale del Bigallo sulle colline a sud di Firenze. Organizzata dal Gruppo Trekking Bagno a Ripoli per ricordare il Nepal. E non solo per le vicende legate al terremoto.
Il locale era stracolmo fino al "limite consentito dalla sicurezza" e gli intervenuti molto attenti e partecipi delle immagini e delle testimonianze che si sono "agilmente" alternate.
"Naturalmente" il mio intervento, al di là di una escursione nella mia esperienza al limite di questi primi tre decenni, ha avuto come obiettivo soprattutto il futuro ed i modi di sostenere ed accompagnare al meglio il Nepal e... noi stessi!
Con grande commozione ho avuto modo di ricordare anche uno dei personaggi più importanti nella mia storia con il Nepal stesso: la guida del mio primo viaggio nel 1985, Giovanni Cecconi. E Giovanni era anche un grande appassionato di bicicletta! E non solo...
Giovanni ci ha lasciato da qualche anno ma in qualche modo è stato di certo ancora con noi. Soprattutto quando ho invitato il fratello Nedo a raggiungermi per un saluto-omaggio. 
Al termine, oltre al cordialissimo saluto del sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini (con il quale ci siamo dati appuntamento al mio ritorno dal Nepal...), c'è stato anche un altro momento assai importante per me: l'abbraccio con Ngima Tamang e sua moglie Kalpana. Due nepalesi che da alcuni anni risiedono in Italia e che devono aver molto apprezzato il mio intervento...
Oltre alle "loro" foto ricordo che "hanno preteso"... sono riuscito a farci scattare anche questa, che vi propongo. Proprio davanti al Campo Base allestito per l'occasione, e proprio con Ngima e Nedo che di sicuro, anche se non li ho mai visti pedalare, saranno di sicuro tra quelli che vedrò per sempre al mio fianco. In bicicletta...




mercoledì 23 settembre 2015

Da Granada a Firenze, per un mondo più "fertile"... in bicicletta!

Ivan, Paco, Alvaro e Sergio all'ingresso in Italia
Una storia ed una causa che quattro ragazzi di Granada hanno scritto con le ruote delle loro biciclette nell'estate appena passata.
Ricorda un po' il Celentano e la sua "e non lasciano l'erba" e forse, se fossero stati qualche giorno in più (e magari non ad agosto...) avrebbero scoperto anche qualche nostra "magagna" (!), tuttavia ci pare proprio una gran bella testimonianza e conferma che i ragazzi di oggi hanno anche altri valori, oltre a quelli dell'usa e getta e... dell'automobile!
Grazie e mi raccomando: continuate su queste strade e BUON "VIAGGIO"!
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Per migliaia di anni la Vega (“pianura fertile”) di Granada è stato un luogo in cui le popolazioni hanno stabilito i loro insediamenti, dal neolitico ai romani e agli arabi, fino ad arrivare ai nostri giorni. Questo è dovuto alla grande ricchezza del terreno agricolo e alla sua posizione geografica, poiché vi confluiscono le acque delle Sierras Béticas che la irrigano. Ed è per questa grande quantità di acqua che è una terra adatta all’allevamento e all’agricoltura, dato che è stato possibile praticare ogni tipo di coltivazione. La Vega è stata, nella storia, un motore socio-economico e ambientale per i paesi vicini e per la capitale e una fonte di benessere per gli abitanti di Granada. Negli anni ’70-’80 si è allargata l’area della città di Granada e dopo, negli anni ’80, si è ingrandita la periferia che ha dato luogo ad agglomerati urbani intorno alla città. Si calcola che, fino all’anno duemila, si sono persi 4000 ettari di terreno agricolo della Vega, trasformati in suolo urbano. Questo tipo di crescita ha formato brecce tra gli agglomerati urbani e lo spazio rurale della Vega. Di fronte alla costante sottrazione della nostra terra, noi giovani ci sentiamo obbligati a difendere la nostra eredità, che centri commerciali, zone industriali e superstrade stanno rovinando, distruggendo così il patrimonio storico e paesaggistico della regione.

Da questo nasce il progetto “Pedaladas por la Vega” (Pedalate per la Vega), in cui noi, quattro ragazzi sui vent’anni, abbiamo unito le nostre forze per lottare per il futuro della nostra terra. Siamo Iván González, Paco e Álvaro Peña e Sergio Arboleda, di Granada. Dal 15 luglio al 19 agosto abbiamo preso le nostre bici per realizzare un viaggio che è iniziato dalla Vega di Granada ed ha avuto come destinazione la Toscana.

Lungo la strada siamo passati da diversi paesaggi agricoli del Mediterraneo. Abbiamo visto esempi di tutti i tipi. Da ciò che non dovrebbe succedere a ciò che potrebbe succedere qui, a Granada. Ad Alicante abbiamo visto la tenuta Morote, una piccola parte di quello che rimane di quella vega, poiché il resto è praticamente sotterrato dal cemento e dalla superstrada. Lì abbiamo capito che cosa non dovrebbe accadere: distruggere così tanto terreno per costruire e far passare le strade in modo da dividere i campi. Poi siamo arrivati al Parque Agrario del Llobregat, a Barcellona, in cui non siamo stati ricevuti dai movimenti sociali ma dall’amministrazione, che gestiva il parco dividendolo in parti e occupandosi di renderle adatte all’economia. È anche l’organo incaricato della creazione di un motore socio-economico che non si limiti al far dire “com’è bella la vega”, ma che la sfrutti in modo da trarne un profitto economico. Un esempio di questo è anche il Parco Agricolo Sud di Milano.

Dall’altra parte, siamo stati testimoni del miglioramento delle piste ciclabili e dell’uso della bicicletta andando verso nord. In Francia abbiamo visto piste che arrivavano ad unire paesi. Abbiamo visto la stessa cosa in Italia, dove a Sanremo ne esiste una in onore del Giro d’Italia che attraversa gallerie esclusive per l’uso della bicicletta, in cui la gente passeggiava o faceva sport. La promozione dell’uso della bicicletta è uno degli obiettivi di questo viaggio, per questo al nostro ritorno a Granada abbiamo rivendicato la realizzazione di una pista ciclabile che circondi la Vega e faccia da protezione contro la sua distruzione. Sarà in onore del poeta Federico García Lorca e di tutti gli agricoltori che hanno lavorato nella Vega per secoli e ne hanno modellato il bel paesaggio agricolo.

In Italia ci ha accolti Arianna Fabbri, una professoressa di spagnolo che ha stabilito una rete di scambi con i centri della piattaforma VegaEduca a Granada. Una grande iniziativa per far conoscere ai giovani altre città ed esperienze.

Nella nostra destinazione finale, la Toscana, abbiamo visto un paesaggio che si è preservato in un modo corretto, mantenendo barriere molto forti di protezione contro l’urbanizzazione. Ci ha fatto vedere come, attraverso le leggi, si possa preservare un luogo di una tale qualità socio-economica, culturale e ambientale come la Toscana, che da questo punto di vista è paragonabile alla Vega di Granada.

Questo viaggio ci ha mostrato esempi positivi e negativi dell’impiego dei nostri territori agricoli, questi esempi li stiamo riportando per far conoscere il progetto e i problemi dei nostri campi. Ad ottobre ci saranno alcuni incontri in cui parleremo della nostra esperienza in alcune scuole di Granada con lo scopo di fomentare la coscienza sulla Vega e l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sostenibile.



La "prof"Arianna Fabbri
 (dell'IISS CALAMANDREI di Sesto Fiorentino)


- tradotto, "direttamente" dalla Spagna,
da Claudia Banchelli...



giovedì 17 settembre 2015

A Rifredi, tra Nepal, Morello e... "partigiani"

Bella serata, ieri, presso la storica SMS di  Rifredi a Firenze. Come apertura della prima edizione della "Festa Rossa" hanno scelto proprio il Nepal, anche in seguito al terremoto dello scorso aprile, con la Solidarietà stimolata e richiamata da alcune belle immagini scattate da vari viaggiatori di Avventure nel Mondo e della ONLUS "Hanuman" ad essi collegata.
Ma al di là dello stesso Nepal, interessante ed emozionante è stata la presenza e la testimonianza del "partigiano" Leandro Agresti (detto Marco!): un giovane oramai ultra-novantenne che ha portato una sua testimonianza e saluto. 
Chissà come doveva essere il nostro Monte Morello, quando da staffetta lo percorreva verso il Mugello... E' stata di sicuro anche troppo breve la sua partecipazione. Ma d'altra parte la storia sua e di quell'esperienza è stata raccolta in un libro (e DVD) che quasi affettuosamente ha sempre tenuto vicino a sé, tra le mani.
Un'immagine che mi ha riportato all'agosto appena trascorso, alla foto che vi propongo, quando anch'io abbracciavo un libro assai particolare scritto da una specie di "partigiano universale" dei nostri tempi, Papa Francesco...