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martedì 1 dicembre 2015

Le biciclette di Kathmandu (quando non tutti i mali...) e la mia prima "critical"

Patan: l'arrivo nella Durbar al cospetto del Krishna Mandir...















Più volte, e specialmente in queste ultime settimane, ho scritto e riscritto di come il Nepal non fosse stato né raso al suolo né in ginocchio a causa del terremoto dello scorso aprile. Anzi... Come più volte invece ho accennato al problema attuale con la popolazioni Madhesi e conseguente "blocco" approvvigionamenti dall'India, che ancora, ad oltre cento giorni dall'inizio, non solo non vede sbocchi e soluzioni, ma ogni giorno rende più grave la situazione interna del Nepal. Proprio per la mancanza dei rifornimenti più vari, dalle medicine ai gas-petroli...
Ma, come dire: non tutti i mali vengono per nuocere... C'è infatti una categoria di persone che in un certo senso trae beneficio da questa situazione. Anche se magari "solo" limitatamente alla circolazione stradale: i ciclisti!


Una "categoria" già in forte aumento da qualche anno e che sicuramente, per questa situazione di crisi, ancora in notevole fase di incremento. Certo ancora ben poca cosa in confronto agli eserciti di scooter e traffico (anche in questa non-normalità): ma anche assai meglio rispetto alla tendenza degli ultimi anni dove quasi le biciclette a Kathmandu, come in tutti i paesi che da "poveri" si sentivano avviati all'abbagliante strada del "benessere", sembravano in estinzione!
Bisognerà solo verificare se si tratterà di una specie di moda passeggera o se realmente potrà diventare una nuova scoperta del mezzo e delle sue potenzialità. Soprattutto per le città e la vita di tutti i giorni.
Ed in questa nuova aria ciclistica mi è anche capitato di pedalare la mia prima "critical mass" che da un paio d'anni, anche a Kathmandu come in tante altre parti del nostro pianeta, viene organizzata nell'ultimo venerdì di ogni mese.


E d'altra parte come dire di no all'entusiasmo di Usha ("epica" ciclista del Nepal) che mi ha riconosciuto e chiamato a far parte del gruppo, giusto in partenza dalla piazza Basantapur...
Una biciclettata dove sicuramente eravamo più di duecento e che, sul calar della notte, ci ha portato alla Durbar di Patan in mezzo a luci e grida. Una ventata per me assolutamente nuova e direi anche non del tutto condivisa, ma anche altrettanto assolutamente irrinunciabile... in Nepal!


Con Tania (dall'Australia),  Joline (dall'Olanda) e un incontenibile ciclista di Kathmandu...


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